Il manifesto del 1931 è così apprezzato che viene replicato senza modifiche anche negli anni che vanno dal 1932 al 1935
Ma il contributo di Bonetti alla cartellonistica del Carnevale non si limita a Burlamacco.
Nel 1937 firma un manifesto nel quale una maschera ha la forma di una vela stilizzata sul mare; l’anno successivo ecco un pagliaccio dal volto verde e rosso, mentre l’immagine del 1939 mostra un Pierrot festante con elementi della Viareggio marinara: una vela e un faro.
Nel 1940 Burlamacco riappare sul manifesto ufficiale e, per effetto di un montaggio fotografico sembra camminare sulla folla della sfilata. Burlamacco è solo, senza Ondina, ed è una macchia bianco-rossa in un’immagine bianco e nero.
Tra i manifesti di Bonetti nel dopoguerra, Burlamacco torna protagonista a intermittenza:
nel 1947/48 fa un balzo tra pineta, mare e spiaggia;
nel 1954 guida un corteggio di maschere variopinte, nel 1956 incede allegro su un’immagine stilizzata del corso;
nel 1967 viene scomposto dal suo autore in una serie di geometrie colorate, in una composizione grafica elegante e ricercata, sospesa fra neodadaismo e “pop-art”.
Nel 1968 un’altra immersione nelle correnti artistiche del tempo: Bonetti interpreta Burlamacco secondo i canoni della Optical Art, pure linee dinamiche danzanti, in una composizione cinetica che comprende una bagnante e un Pulcinella stilizzato.
Nel 1973, anno del Centenario del Carnevale, nuova superba trasformazione di Burlamacco, che sembra uscire dal manifesto.
Nel 1979 i Burlamacchi sono multipli e lanciano stelle filanti.
Nel 1981 Bonetti non cessa di stupire ed estrae dalla manica una nuova interpretazione della sua creatura: Burlamacco ha perduto il mantello e danza sulle onde; al suo fianco riappare Ondina, ma stavolta in un bikini ridottissimo.
Nel 1990 un’altra variante, l’ultima ideata dal maestro: Bonetti restituisce il mantello a Burlamacco, che avanza frontalmente, sorridente, portando nella mano destra una maschera.
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