CARRI DI PRIMA CATEGORIA
“Migranti”
di Alessandro Avanzini
Affronta un tema assolutamente nuovo e delicato per il Carnevale di Viareggio il costruttore Avanzini: l’immigrazione clandestina. Una vera e propria emergenza dei nostri tempi che provoca, purtroppo, numerosi morti, come testimoniano le cronache quotidiane. La costruzione porterà in scena un gigantesco relitto, grande quanto la piattaforma del carro. Sulla parte anteriore una figura longilinea: rappresenterà una sorta di Caronte che traghetta la malconcia imbarcazione verso mete non definite. A bordo del relitto troveranno posto i figuranti che, con costumi e coreografie particolari, rappresenteranno lo stato d’animo dei migranti.
“Vedo, prevedo e stravedo”
di Massimo Breschi
La satira è quella politica, ma al centro del carro non c’è il governo di turno. La protagonista della costruzione è una gigantesca chiromante che, nel bel mezzo della bufera politica tra il governo di centrodestra e quello ombra di centrosinistra, si mette a fare le previsioni sul destino dell’Italia. E le preveggenze sono tutt’altro che rosee. “Vedo l’Italia spezzata da mille problemi, vedo un paese condannato alla disperazione, vedo gli italiani in un grande calderone”, sembra dire la maga che non lesina critiche al “re” al comando che – dice – è “piccolo, nudo e se ne infischia” del regno.
“Il potere logora chi non ce l’ha”
di Gionata Francesconi
Il titolo prende in prestito una frase diventata celebre detta dal politico più attivo del Belpaese: Giulio Andreotti. Il divo Giulio, dopo anni di oblio torna ad essere assoluto protagonista di una costruzione allegorica. E Gionata Francesconi, l’autore del carro, torna a cimentarsi nella satira politica, dopo alcuni esperimenti di diversi anni fa. Ma perché prendersela con il sette volte presidente del Consiglio? Perché “lui c’è ancora”. “E’ nascosto dietro mucchi di vecchi mobili, sedie, specchiere, armadi e tanti altri orpelli”, ma c’è ancora, ammonisce il costruttore. Come per dire: sono trascorsi tanti anni dal suo ultimo incarico, si è passati dalla Prima alla Seconda e anche alla Terza Repubblica, però, lui, è sempre lì. “Ma è vero o un clone?” viene da domandarsi.
“Quelli che ben pensano… per gli altri”
di Gilbert Lebigre e Corinne Roger
Oche e torri. Un’accoppiata inedita sul carro proposto dalla Compagnia del Carnevale. La costruzione vedrà sfilare giganteschi manufatti circolari, vere e proprie torri, di accumuli di oggetti, innalzate da personaggi senza identità, replicanti di se stessi, che, offuscati dall’oblio del consumismo pensano solo all’aumento del volume delle torri. Sulle pareti di queste costruzioni, tanti occhi in bassorilievo e oggetti di varie forme e dimensioni. In cima alle torri si agiteranno manichini fatti di cartapesta e di materiale riciclato. Oltre ad essi diverse sculture di personaggi intenti a guardare la tv. In mezzo a questo scenario irrompe un curioso branco di oche starnazzanti, pronte a beccare tutto quello che trovano. Anche per questa costruzione dei coniugi Lebigre ci sarà la collaborazione degli studenti dell’Istituto d’Arte “Stagi” di Pietrasanta.
“L'isola misteriosa”
di Franco Malfatti
Oche e torri. Un’accoppiata inedita sul carro proposto dalla Compagnia del Carnevale. La costruzione vedrà sfilare giganteschi manufatti circolari, vere e proprie torri, di accumuli di oggetti, innalzate da personaggi senza identità, replicanti di se stessi, che, offuscati dall’oblio del consumismo pensano solo all’aumento del volume delle torri. Sulle pareti di queste costruzioni, tanti occhi in bassorilievo e oggetti di varie forme e dimensioni. In cima alle torri si agiteranno manichini fatti di cartapesta e di materiale riciclato. Oltre ad essi diverse sculture di personaggi intenti a guardare la tv. In mezzo a questo scenario irrompe un curioso branco di oche starnazzanti, pronte a beccare tutto quello che trovano. Anche per questa costruzione dei coniugi Lebigre ci sarà la collaborazione degli studenti dell’Istituto d’Arte “Stagi” di Pietrasanta.
“E… lecca… lecca… la vacca mangiò il vitello”
di Alfredo Ricci
La costruzione è una pungente satira sulla situazione economica, oltre che politica, dell’Italia. Al centro del carro è posizionata una enorme vacca che rappresenta la nostra Repubblica. E’ lì sprofondata in una gigantesca e traballante poltrona dorata. Se ne sta con la lingua di fuori, protetta da due corazzieri. Avrebbe una gran voglia matta di leccare il proprio vitellino, che in questo caso rappresenta il popolo italiano, del quale però è rimasto solo lo scheletro penzolante. Non c’è più altro da leccare. Oggi – ammonisce il costruttore – dobbiamo pagare per qualsiasi cosa e il povero popolo italiano è ridotto all’osso.
“Tributo a Uberto Bonetti: cento anni da ricordare”
di Renato Verlanti e fratelli Bonetti
La costruzione è un chiaro e doveroso omaggio al papà di Burlamacco. Ma non solo, perché il carro vuole rendere il giusto riconoscimento, anche attraverso la cartapesta, all’abile futurista e caricaturista quale fu Uberto Bonetti. L’artista ha lasciato indubbiamente alla città un grande patrimonio. Il carro vuole riassumere, come solo una costruzione allegorica può fare, questa grande realtà artistico-culturale.
FONDAZIONE CARNEVALE VIAREGGIO